CONVEGNO SPECCHI CLINICI
HPV: RICONOSCERE, INCLUDERE E INTERVENIRE roma, 27 ottobre 2025ore: 15:00 - 18:00
SU iniziativa del senatore marco scurria
presso la sala zuccari, palazzo giustiniani
Quando si parla di HPV, si tende ancora oggi ad associarlo esclusivamente al tumore del collo dell’utero. In realtà, il virus del papilloma umano è una delle infezioni sessualmente trasmesse più diffuse al mondo e riguarda sia le donne che gli uomini.
Uno studio condotto su oltre 44.000 uomini in 35 Paesi ha rilevato che 1 uomo su 3 è positivo all’HPV, e 1 su 5 risulta infettato da ceppi ad alto rischio oncogeno, in particolare l’HPV-16. Eppure, le strategie di screening e prevenzione restano fortemente sbilanciate verso il genere femminile.
Nonostante i numeri preoccupanti, lo screening anale — ad esempio nelle donne con infezione cervicale da HPV ad alto rischio, che hanno fino al 30% di probabilità in più di sviluppare un tumore anale — non è ancora parte dei percorsi strutturati di follow-up.
Allo stesso modo, il ruolo del partner maschile è spesso ignorato, sebbene possa rappresentare un serbatoio silente di infezione persistente.
Nel 10-15% dei casi, l’infezione da HPV non regredisce spontaneamente, ma persiste, aumentando il rischio di trasformazione neoplastica, in particolare a livello cervicale.
La persistenza dell’HPV viene diagnosticata sulla base di due test consecutivi positivi e rappresenta oggi un’area di particolare attenzione clinica, ma le strategie di intervento sono ancora in fase di sviluppo.
I siti di infezione HPV-correlata non si limitano alla cervice o alla vulva, ma includono anche l’ano, il pene e il cavo orale. Questo implica la necessità di coinvolgere specialisti diversi — ginecologo, proctologo, andrologo, otorinolaringoiatra, dermatologo — in un’ottica di presa in carico condivisa.
Serve dunque un cambio di paradigma: da una prevenzione “di genere” a un approccio gender-neutral, inclusivo e personalizzato.
Con il patricinio di:





